Noi ragazzi del liceo classico “Nicola Spedalieri”, impegnati nel progetto di alternanza scuola-lavoro presso Officine Culturali, parleremo di cosa è stata e cosa ha rappresentato per noi questa esperienza.
Officine Culturali è una associazione nata nel 2009 che si occupa di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale della città di Catania e di diffondere la conoscenza del nostro territorio, che spesso viene sottovalutato, ma che in realtà cela un insieme di beni culturali inestimabili. Il Monastero dei Benedettini di piazza Dante Alighieri, l’Orto botanico che si affaccia su via Etnea, la Chiesa di San Benedetto nel suggestivo sito di via Crociferi, il Museo di Archeologia dell’Università di Catania e il CUB il bookshop museale del Museo Civico Castello Ursino, sono solo alcuni dei luoghi di competenza dell’associazione. Sin da subito il team di Officine Culturali si è dimostrato molto disponibile nei nostri confronti, sebbene noi fossimo piuttosto spaesati trovandoci immersi in un mondo a noi sconosciuto: il mondo del lavoro. Grazie alla loro guida e al loro supporto durante il percorso di alternanza abbiamo acquisito maggior conoscenza delle ricchezze offerte dal patrimonio culturale della nostra città. Officine Culturali rappresenta una fonte inesauribile di servizi per chiunque voglia riscoprire le antiche meraviglie del nostro territorio. Partendo da zero i ragazzi di Officine sono riusciti a creare un’attività lavorativa che giovasse non solo a loro ma anche alle comunità di riferimento, in quanto mediante visite guidate, bookshop ed eventi dedicati a grandi e piccini mettono in risalto le meraviglie storico-architettoniche di loro competenza. Per questo, memori dell’esperienza dello scorso anno, abbiamo deciso di continuare il nostro percorso con l’associazione anche durante l’anno scolastico 2016/2017.
Adesso per fornire punti di vista differenti dai nostri proporremo le interviste ai nostri compagni e al team di Officine stesso, che abbiamo realizzato nei giorni scorsi. Qui sotto riportiamo le domande e le conseguenti risposte comuni, pervenute dalle interviste fatte ai ragazzi:
– Cosa ne pensi di Officine Culturali?
“Officine Culturali è un’ associazione che si occupa di valorizzare il nostro patrimonio culturale, composta da ragazzi disponibili, che ci hanno aiutati nei momenti di confusione e permesso di lavorare in serenità e in armonia.”
– Il loro servizio è utile? Perché?
“Il servizio offerto da Officine è molto utile in quanto ha permesso a noi studenti e permette tutt’ora ai visitatori di conoscere luoghi storici tramite visite guidate ed esperienze innovative. Il nostro patrimonio culturale deve essere preservato ed è necessario diffonderne la conoscenza. Officine Culturali permette tutto ciò.”
– Se facessi parte del team di Officine cambieresti qualcosa?
“Il sistema funziona, i servizi sono efficienti e molto apprezzati dai visitatori (come d’altronde testimoniano le ottime recensioni pervenute su TripAdvisor). Il Monastero dei Benedettini ad esempio (sito principale di competenza dell’associazione) gode di un’infinità di beni, che riescono a coesistere unendo tra loro antico, moderno e contemporaneo. In sostanza, non c’è motivo di modificare qualcosa: squadra che vince non si cambia!
– Hai appreso qualcosa?
“Nonostante non si tratti del nostro campo, abbiamo appreso qualcosa a livello individuale che potrà dimostrarsi utile in futuro. Inoltre osservando le azioni dei nostri tutor abbiamo appreso meglio quello che è il funzionamento e l’intersecarsi degli ingranaggi del sofisticato mondo del lavoro, che rappresenta parte integrante del nostro futuro”.
– Come ti sei trovato con i componenti del team?
“Con i ragazzi del team ci siamo trovati molto bene. Il rapporto è talmente confidenziale che si è instaurata quasi un’amicizia, grazie alla loro disponibilità e la capacità di adattarsi ai nostri modi di fare”.
– Confrontando l’esperienza di quest’anno con quella dello scorso, trovi miglioramenti?
“Si, i miglioramenti rispetto all’anno scorso sono evidenti. L’organizzazione è migliorata e il lavoro svolto attiene maggiormente al nostro percorso di studi. Inoltre, come prima anticipato, i rapporti interpersonali si sono rafforzati dando vita ad una combinazione vincente”.
– Ti piacerebbe lavorare veramente per Officine?
“Se coincidesse con le nostre aspirazioni future sicuramente ci piacerebbe far parte del team. Ciò che ci attrae è l’ambiente disteso che permette di lavorare con serenità”.
– La cosa più bella nel lavorare con Officine?
“L’ aspetto migliore nel lavorare con Officine è poter contribuire ad aumentare la memoria storica di questo posto. ”
– Racconta un momento particolarmente divertente avvenuto durante la settimana in cui hai lavorato.
“Sono stati molti i momenti di riso durante le ore lavorative, ma non ricordiamo un avvenimento in particolare. In generale è stato gradevole condividere con i ragazzi tutto ciò.”
– Hai richieste o speranze per l’alternanza dell’anno prossimo?
“L’unica richiesta è di impegnarci in qualcosa di più pratico, migliorando i tempi di lavoro e impegnandoci magari ognuno in ambiti diversi”.
Per quanto riguarda i ragazzi del team riporteremo le domande e le risposte nelle righe sottostanti.
– Come hanno lavorato i ragazzi secondo te?
“È stata un’esperienza nuova per noi, e siamo felici del fatto che avete reagito positivamente, e sono arrivati i risultati sperati. Siamo cresciuti insieme, specialmente voi come classe”.
– Da persona più grande e sicuramente più esperta, hai consigli da dare loro?
“Il consiglio che vi diamo è di fare tesoro di ogni cosa che vi accadrà in questi anni, senza avere fretta di crescere e godervi la vita in pieno non trascurando alcun aspetto importante di essa”.
-Vorresti cambiare qualcosa in vista dell’anno prossimo?
“Avremmo intenzione di proporre un progetto che sia la conclusione di questi tre anni di alternanza, vista la splendida esperienza che riesce a dare”.
-Pensi che se da giovane avessi fatto l’alternanza avresti imparato qualcosa?
“Alcuni di noi hanno svolto attività simili. Pensiamo sia un’attività utile a livello di tirocinio, anche per distaccarsi un po’ dalla vita scolastica in quanto ambiente “tutelato” per iniziare ad introdursi in un mondo diverso e tortuoso”.
– Che tipo di rapporto si è instaurato con i ragazzi?
“Alcuni sono diventati come figli, quindi si ha quel senso di protezione nei loro confronti, altri fratelli minori, altri ancora compagni, quindi si è stabilito un rapporto diverso ed unico con ciascuno di loro a testimonianza della più grande forma di ricchezza che abbiamo, la diversità individuale”.
– Si sono dimostrati utili?
“Si, noi abbiamo aiutato loro e loro hanno ricambiato a tal punto da sentirci quasi in debito per quel qualcosa che ognuno di voi ha lasciato ad ognuno di noi. Valori come l’impegno, la voglia di fare che comunque, modestamente, tra di noi non mancano ma è sempre bene ricordarci cosa significa avere questa grinta e questa freschezza”.
– Racconta un avvenimento divertente
“Ci sono stati diversi avvenimenti divertenti, ma è stato emblematico una volta che si è presentato all’infopoint un collega del dipartimento che parlava in francese; i ragazzi, disperati, non conoscendo la lingua, hanno usato il linguaggio dei gesti per farsi comprendere”.
– Rispetto all’anno scorso hai trovato i ragazzi più maturi?
“Moltissimo, anche perché erano già consapevoli di ciò che stavano andando ad affrontare e, trovandosi in simbiosi con l’ambiente, hanno svolto un lavoro di maggior qualità”.
– Pensando di dover lavorare con i ragazzi anche l’anno prossimo, sei più felice o triste?
“Sicuramente felice perché concluderemo il percorso, ma allo stesso tempo triste perché essendo l’ultimo anno sarà come svezzare dei figli.”
– Sicuramente i ragazzi hanno appreso qualcosa da voi, nonostante tu sia più grande, hai imparato qualcosa?
“Certo, si impara sempre da tutti, mi avete fatto ricordare com’era avere la vostra età, ma singolarmente ognuno di voi ci ha dato tanto, c’è chi per esempio ci ha fatto conoscere un po’ del suo mondo e chi ha dimostrato di avere qualità che non credevo possedesse”.
Mentre in seguito riporteremo l’intervista fatta alla nostra tutor scolastica, la prof.ssa Farruggio.
-Com’è stato fare da tutor ai ragazzi?
“Fare da tutor è stato inizialmente impegnativo ma si è rivelato interessante ed è stato un piacere seguirvi in questo percorso.”
-Ha consigli da darci per l’anno prossimo?
“Mi sono interrogata molto sulle modalità e sulle possibilità di miglioramento. L’esperienza è stata comunque positiva, ma bisogna congegnare meglio delle attività in cui voi non siate semplici spalle ma dei protagonisti”.
In conclusione, non resta molto da aggiungere a quanto detto finora dalle persone intervistate. Bisogna ribadire che Officine è un’associazione che si distingue per la voglia di far conoscere gran parte delle nostre meraviglie. Il nostro desiderio è dunque quello che i ragazzi della nostra età, si interessino maggiormente alla storia della nostra cultura; questa sarebbe già una vittoria.
Gaetano De Angelis, Leonardo Monaco, Giuseppe Privitera, Emanuele Scuderi.