Tre libri.
Venerdi, 5 Maggio, con la presentazione del volume curato da Francesco Mannino “Breve Storia del Monastero dei Benedettini” vi sarà l’ultimo degli incontri dedicati alla “Fabbrica dei Benedettini” in occasione del 40° anniversario della donazione del Monastero da parte del Comune all’Università di Catania. Il libro non racconta solo di un luogo che custodisce da 5000 anni le stratificazioni della storia ma regala soprattutto, nel mettere insieme i vari contributi degli autori, una visione di futuro per il ruolo inclusivo che i beni architettonici e culturali possono avere rispetto ai luoghi della città. E vi si racconta la grande operazione di questi 40 anni sul recupero architettonico iniziato col progetto guida di Giancarlo de Carlo, insieme a Nino Leonardi e Giuseppe Giarrizzo.
Un approfondimento di un particolare luogo quasi “segreto” dei Monastero è stato fatto da Carmelo Russo (studio Ellenia+3 architettura ingegneria) che tra tutti i collaboratori di De Carlo e di Nino Leonardi fu tra quelli che ebbero un ruolo di fondamentale importanza, nel libro “Il recupero del Monastero di San Nicola l’Arena”. C’è dunque un luogo, che ad oggi è la parte più nascosta e segreta della fabbrica ma è la chiave per capire e svelarne i segreti costruttivi: la connessione tra l’apparecchiatura costruttiva cinquecentesca e quella post terremoto del 1963. Carmelo Russo ne ricostruisce la vicenda costruttiva, dal terremoto in poi, e il coraggioso intervento di una soluzione “passiva” che ha permesso di svelare uno dei luoghi più suggestivi del monastero.
Claudia Cantale ha invece curato “La gentilezza e la rabbia” il libro che raccoglie 105 lettere di Giancarlo de Carlo ovvero quelle spedite, nell’arco di 23 anni, a Nino Leonardi sul recupero del Monastero dei Benedettini di Catania.
Sono lettere “segrete” e inedite, mai concesse prima ad altri lettori che non siano state le persone più vicine a Leonardi.
Non è la semplice corrispondenza su un cantiere enorme, “la più grande operazione mai compiuta per trasformare con puri mezzi di architettura un luogo religioso, greve e antico in un luogo contemporaneo, lieve e laico” come l’ha definita lo stesso De Carlo, ma una lettura della complessità di una operazione che non è stata solo esclusivamente tecnica ma costruita da sentimenti, testardaggine e caparbietà, spericolatezza e rabbia, da uomini prima ancora che da mattoni e pietre. Ne viene fuori l’anima di un luogo straordinario che non può prescindere dagli uomini che l’hanno costruito o modificato. Le lettere sono una stratificazione di sentimenti complessi, dal dettaglio esatto di cantiere all’idea della morte, dalla Sicilia e dai suoi sapori, alle sue contraddizioni. Claudia Cantale insieme a Nino Leonardi, racconta una vicenda di sentimenti architettonici e umani, inscindibili l’uno dall’altro.
di Antonio Carcione