Sabato 20 settembre riapriamo la porta di comunicazione tra Chiesa e Monastero con lo spettacolo “Mille Miglia Lontano”
Il Monastero dei Benedettini di Catania viene “smembrato” all’indomani della confisca statale avvenuta nel 1866: la Chiesa, La Biblioteca, l’orto botanico e l’edificio monastico adibito a svariati usi (e trasformatosi recentemente in sede universitaria), vengono divisi fisicamente e amministrativamente, apparentemente uniti ma separati da membrane che lo fanno ancora oggi apparire come sezionato e in parte mutilato. Officine Culturali, grazie alla collaborazione di Padre Ruggeri (rettore della Chiesa di San Nicolò l’Arena), del Comune di Catania e del DiSUm (dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania), dischiuderà le porte di comunicazione tra il Monastero e la Chiesa, riproponendo un percorso che i benedettini erano soliti attraversare. Il Monastero dialoga con la Chiesa e per una notte i due ambienti si mostreranno uniti così come erano stati pensati, progettati e costruiti. Sabato 20 settembre Pamela Toscano e Angelo D’Agosta, interpreti e autori dell’evento teatrale «Mille Miglia Lontano», condurranno il pubblico attraverso un percorso fatto di storia, ma soprattutto di suggestioni ed emozioni. L’itinerario si svolgerà all’interno del Monastero e della Chiesa, luoghi separati da un’unica porta che sarà aperta al pubblico per la prima volta, condotto sino all’altare in cui l’organo di Donato Del Piano suonerà grazie alle mani esperte di Franco Lazzaro.
«Mille miglia lontano», liberamente tratto dalla novella «Donato del Piano» di Federico De Roberto, è un percorso teatrale scritto per il luogo che lo accoglie: in cui la parola, il gesto e le note sono state pensate per sposarsi con le architetture e le suggestioni del plesso monastico dei Benedettini. Lo spettacolo teatrale si muove dall’ingresso straordinario del Monastero, ricco di luce, fino alla penombra del Chiostro di Levante, della sagrestia e del sacrario; per ritornare alla luce e al candore della Chiesa di San Nicolò.
Officine Culturali e i collaboratori-amici dell’associazione vogliono dare la possibilità ai catanesi e ai viaggiatori di emozionarsi ancora e in nuovi modi, approfondendo alcuni aspetti meno conosciuti di un evento architettonico e umano che ha coinvolto generazione di studiosi, artisti, registi, scrittori e attori. Officine Culturali e Ingresso Libero dedicano lo spettacolo a Lamberto Puggelli, grande attore e regista teatrale recentemente scomparso.
Lo spettacolo, in scena sabato 20 settembre alle ore 19:30 e alle 21:30, è inserito nel programma “Estate in città – Happy Catania” promosso dal Comune. Visto il limitato numero di posti è necessaria la prenotazione ai numeri 0957102767 | 3349242464.
Biglietto: intero 8€ – ridotto Monastero Card 6€ (lo sconto verrà applicato anche ad un accompagnatore del titolare della Card).
Nota di Sala – Un percorso tra i segni del tempo, tra la storia della razza umana e le storie degli uomini. Luoghi contenitori di memorie, manifeste e sepolte, condivise e sconosciute. Il Monastero e la porta che lo separa dalla sua chiesa, osservatori del passaggio dell’uomo nei secoli, e poi le parole che come codici comuni si fanno carico di testimoniare. Un manoscritto ritrovato in una cella, il diario di un insolito De Roberto che ci racconta di una piccola vita, troppo piccola se confrontata con la storia che lo ha generato e lo contiene in cui le parole non sono sufficienti per raccontare né l’uno né l’altra. L’individuo diventa piccolo e si perde nella ruota della vita e della morte. Cosa rimane? Cosa mantiene un senso oltre la storia e oltre le parole? La porta diviene lo spartiacque tra materia e spirito, tra ragione e caos, l’organo di Donato del Piano suona il linguaggio dell’anima e lentamente scopriamo altre connessioni. «Nessuna creatura umana può essere compresa da nessuna creatura umana?» Potranno mai le parole essere il filo che ci unisce ad altri esseri umani? E che senso ha un singolo individuo rispetto alla Storia? A volte però possiamo trovare risposte semplici, e spesso queste risposte non sono fatte di parole.