Come numerosi complessi
monumentali siciliani, anche il monastero dei benedettini di San Nicolò l’Arena
di Catania è oggi il risultato della sovrapposizione di diverse epoche storiche
e delle relative peculiarità culturali e architettoniche. Proprio su tale
aspetto si concentra la Breve storia del
Monastero dei Benedettini di Catania. Il volume, attraverso i contributi di
diversi ed importanti studiosi e con la prefazione dell’attuale Direttore del Dipartimento di Scienze Umanistiche, Giancarlo Magnano San Lio, e la postfazione di Enrico Iachello, ricostruisce la storia del monastero
contestualizzandola nell’ambito della vicenda storica della collina di Montevergine,
l’area su cui sorge il monastero e che dall’età neolitica ad oggi riassume 5000
anni di storia.
Anche la sequenza dei contributi
rispecchia la cronologia storica del sito. Santo Privitera e Lucia Arcifa
dedicano i loro interventi alla topografia della collina di Montevergine tra
età preistorica e medioevo, sottolineandone l’importanza quale sito originario
dal quale nasce e si sviluppa la città. Di seguito, padre Gaetano Zito ricostruisce
la presenza benedettina a Catania, evidenziando quale profonda influenza
storica, culturale e sociale abbia esercitato l’ordine nel territorio catanese
attraverso i secoli. Quindi, i saggi successivi, di Paolo Militello, Simona
Inserra, Stefania Pafumi, Barbara Mancuso e Maria Rosa De Luca, si concentrano
sul monastero vero e proprio, visto non solo come testimonianza storica e
architettonica, ma anche come laboratorio culturale della città, grazie alla
biblioteca e al museo che in esso erano contenuti e che mostrano come i monaci
di San Nicolò l’Arena fossero pienamente inseriti nella temperie culturale del
loro tempo, ossia quella dei contatti tra eruditi, degli acquisti di reperti
archeologici, delle wunderkammern,
aspetti peraltro testimoniati dai numerosi viaggiatori del Grand Tour che tra il XVIII e il XIX secolo visitarono il complesso.
Si arriva così al 1866, quando le
cosiddette leggi eversive, che sciolgono gli ordini religiosi e ne confiscano i beni, impongono alla storia
del monastero di voltare pagina in modo tanto netto quanto brusco. Le
conseguenze di quella che potremmo definire una vera e propria cesura nella
vita del complesso benedettino sono oggetto del saggio di Francesco Mannino
(cui spetta anche il contributo finale relativo all’attuale realtà universitaria
della struttura), che descrive come il monastero fu destinato alla “pubblica
utilità”, sebbene in modo traumatico, sacrificando e deformando spazi e
ambienti, la cui storia, d’altra parte, apparteneva non solo ai monaci
benedettini che li avevano frequentati e vissuti, ma anche a quello stesso
pubblico destinatario, da quel momento, dei nuovi servizi ospitati nel
monastero.
Infine, la svolta del recupero,
narrata da Antonino Leonardi, che ha vissuto in prima persona quell’esperienza,
come direttore dell’Ufficio Tecnico del’Università, al fianco di Giancarlo De
Carlo e Giuseppe Giarrizzo. Una svolta che oggi ha portato l’intero complesso
ad essere sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di
Catania, un altro servizio pubblico, operante stavolta in piena simbiosi con la
storia e l’architettura del monastero, permettendone inoltre la valorizzazione
grazie all’attività dinamica e intraprendente di Officine Culturali.
Dunque, un volume che riassume
bene la storia ma anche l’anima profonda di questo luogo, contraddistinto, per
usare le parole di De Carlo, «da una
tanto complessa congiura di sentimenti architettonici».
Editore Giuseppe Maimone
Prezzo di copertina 18,00€ acquistabile al Bookshop del Monastero a soli 15,00€