Museo della Fabbrica
Il Museo della Fabbrica, istituito dal 2000 con i fondi del Piano Coordinato “Catania – Lecce”, “si sviluppa nei singolari e splendidi spazi articolati su due livelli attorno a quella che un tempo era la cucina del Convento” (GDC). L’idea dell’Arch. Giancarlo De Carlo e dell’Ufficio Tecnico d’Ateneo era quella di realizzare un museo partendo dalle vicende storico-architettoniche dell’ex plesso monastico, legandole al contesto ed al tessuto urbano. Gli obiettivi fissati dal Piano Coordinato furono assunti come “linee-guida”: curare – attraverso il recupero, la salvaguardia e la fruizione – il patrimonio dei due Atenei (Catania e Lecce, per l’appunto) al fine di potenziarne le attività didattiche e quelle di ricerca.
La Cucina e il suo Ventre, “spazi stupefacenti per la loro qualità misteriosa”, sono stati realizzati dall’Arch. Vaccarini a partire dal 1739.
Il vano superiore a forma quadrata è caratterizzato della presenza dell’edicola centrale, piano cottura principale della Cucina. Decorata da vivaci ceramiche provenienti anche da Vietri, era il luogo in cui i cuochi preparavano il pasto dei padri cassinesi, pietanze entrate nel mito grazie al romanzo “I Viceré” di Federico De Roberto. Sul pavimento della Cucina sono presenti quattro aperture di collegamento con gli ambienti sottostanti: la dispensa benedettina, il Ventre.
È singolare la mancanza di fondazione: quasi tutte le strutture verticali – muri e pilastri – sono impiantati direttamente su banco lavico senza alcuna mediazione di fondazione. La geometria degli elementi costruttivi è quanto mai varia e libera, proponendo forme estremamente ordinate in alcuni ambienti e caotiche in altre. Vaccarini, sfruttando le caratteristiche del banco lavico realizza un sistema reticolare che rende il piano cantinato suggestivo e cangiante nell’aspetto e nelle mille prospettive.
Anche le cucine e il ventre passarono al Demanio Regio nel 1866, che li destinava a diversi utilizzi: Osservatorio Astrofisico, Laboratorio di Geodinamica, Ufficio Meteorologico Governativo, deposito comunale e alloggi in locazione. Ne conseguiva una compromissione degli spazi, cambiamento dovuto agli usi “civili” di cui ancora oggi rimane traccia.
I lavori di recupero riportarono alla luce elementi fortemente caratterizzanti di una struttura che rimane unica per articolazione degli spazi: Il Museo della Fabbrica è oggi dunque il museo dei Benedettini, luogo che parla di se stesso, in quanto custodisce la memoria delle ingegnose tecniche e dei materiali di costruzione.
Archivio del Museo della Fabbrica del Monastero
L’Archivio del Museo della Fabbrica dei Monastero dei Benedettini rappresenta una costola dell’Archivio dell’Ufficio Tecnico dell’Università di Catania e nello specifico è il risultato della spontanea iniziativa di Antonino Leonardi. Il geometra Leonardi, che dagli anni Sessanta entra a far parte proprio dell’Ufficio Tecnico dell’Università di Catania, a partire dai primi anni Novanta iniziò a ordinare le carte prodotte durante i lavori di recupero del plesso monastico benedettino, destinato a ospitare la sede della Facoltà di Lettere e Filosofia (oggi Dipartimento di Scienze Umanistiche – Unict).
Il progetto di recupero contemporaneo, firmato e condotto dall’architetto Giancarlo De Carlo, si completa con la realizzazione del Museo della Fabbrica del Monastero (oggi parte del Sistema Museale d’Ateneo), che ha lo scopo di raccontare la storia del fitto palinsesto storico dell’edificio, sineddoche della città di Catania.
Il cuore del museo è proprio il suo archivio, ovvero quella collezione di documenti che negli anni è stata custodita e collezionata con lo scopo di fornire supporto ai lavori di restauro. Oggi l’archivio, oltre a supportare attività di ricerca, ospita iniziative di valorizzazione ed educative.
Il materiale dell’Archivio del Museo della Fabbrica del Monastero consiste in documenti e pratiche, disegni, foto di cantiere e oggetti vari divisi in titoli e sezioni ed è reso consultabile da officine culturali grazie al partenariato pubblico/privato con l’Università di Catania, per consultare inviate una richiesta ad archivio@officineculturali.net